In questi giorni ci è stata segnalata un’interessante comunicazione apparsa su Nature Communications di settembre (https://www.nature.com/articles/s41467-022-33315-8).
Nicholas Stephen Kirk è il primo nome di un lavoro fatto da gruppo di ricercatori australiani, che ha utilizzato la microscopia crioelettronica (Cryo-EM) per fare un’importante scoperta. Si tratta dell’identificazione di una molecola, capace di attivare il recettore per l’insulina, pur avendo una struttura diversa da quest’ultima.
La corretta attivazione del recettore dell’insulina è essenziale per il controllo del metabolismo glucidico. Quando la molecola dell’insulina si lega al suo recettore innesca un cambiamento di forma, che porta ad attivare una serie di eventi intracellulari.
I ricercatori australiani si sono chiesti se altre molecole potessero replicare l’azione dell’insulina a livello del suo recettore. E così hanno dimostrato che un polipeptide non correlato all’insulina è in grado di attivare il recettore in modo analogo.
La conclusione del dottor Kirk con i suoi collaboratori è che questi risultati portano a percorrere strade inesplorate per controllare i segnali sul recettore dell’insulina. Tradurre tutto ciò in una terapia non sarà facile e non sarà immediato ma sappiamo bene che ogni tassello è fondamentale per migliorare la gestione del diabete.
Kirk, N.S., Chen, Q., Wu, Y.G. et al. Activation of the human insulin receptor by non-insulin-related peptides. Nat Commun 3, 5695 (2022). https://doi.org/10.1038/s41467-022-33315-8