Per la prima volta ADA/EASD (American Diabetes Association; European Association for the Study of Diabetes) sottolineano l’importanza del sonno come una delle chiavi dello stile di vita per le persone affette da diabete tipo 2. Il sonno viene messo sullo stesso piano della dieta e del movimento. Si tratta di un concetto fondamentale dal momento che si trascorre un terzo della giornata dormendo. Inoltre, il sonno modula diversi processi metabolici, endocrini, e cardiovascolari.
La valutazione del sonno passa attraverso tre caratteristiche: quantità, qualità, e cronotipo.
Quantità
Il numero di ore ideale sarebbe 7, considerando che una durata di meno di 6 ore e di più di 9 ore porterebbe ad aumentare il rischio di sviluppare diabete tipo 2 del 50%. Nelle persone con diabete tipo 2 la quantità di ore spese a dormire sarebbe correlata ad alcuni parametri di controllo glicemico e al rischio cardiovascolare.
Qualità
La qualità è definita come “la soddisfazione individuale verso tutti gli aspetti del sonno”. Si tratta di quattro attributi: efficienza del sonno, latenza del sonno, durata del sonno, risvegli dopo l’inizio del sonno.
Cronotipo
Qui entra in gioco la distinzione tra mattinieri e nottambuli. Chi fa le “ore piccole” abitualmente oppure svolge una professione notturna, magari con una alimentazione irregolare, potrebbe essere a maggior rischio di sviluppare diabete tipo 2.
In conclusione, vi sono molti dati a indicare che un sonno corretto ha implicazioni sulla salute. Pertanto, il sonno deve rientrare nella valutazione medica e far parte dello stile di vita. Sono però necessari ulteriori studi per valutare quanto il miglioramento delle caratteristiche del sonno possa incidere sul controllo glicometabolico e sulla progressione del diabete tipo 2.
Da: Joseph Henson, Alix Covenant, Andrew P. Hall, Louisa Herring, Alex V. Rowlands, Thomas Yates, e Melanie J. Davies Diabetes Care 2024;47(3):331–343 https://doi.org/10.2337/dci23-0037