E’ ormai chiaramente stabilito che la cardiopatia ischemica e l’ictus cerebrale sono le principali cause di morte e di invalidità per le persone affette da diabete; l’American Diabetes Association (ADA) stima che il 65% circa dei diabetici muoia a causa di un evento cardio o cerebrovascolare. I ricercatori della Wake Forest School of Medicine nella città di Winston-Salem in Carolina del Nord, capitanati dalla dottoressa Amanda J. Cox, hanno seguito 371 pazienti, già arruolati per un altro studio clinico, che richiedeva l’esecuzione di una tomografia computerizzata (TC) per determinare l’entità delle calcificazioni in sede coronarica e, in definitiva, il rischio proporzionale di evento cardiovascolare. In un periodo di follow up
della durata massima di 10 anni 153 pazienti erano deceduti e le loro caratteristiche cliniche sono state confrontate con quelle dei rimanenti 218 soggetti. L’assunzione di statine è risultata l’unico fattore di rischio modificabile nei soggetti esaminati; la terapia con questi farmaci ipocolesterolemizzanti fin dall’inizio del follow up portava a un aumento del 50% delle possibilità di sopravvivenza. In conclusione, la prescrizione di statine nei soggetti diabetici dovrebbe costituire un cardine della terapia e dovrebbero essere individuati i target da raggiungere in termini di riduzione delle concentrazioni di colesterolo LDL (“colesterolo cattivo”), in funzione dell’elevato rischio cardiovascolare di queste persone.
Da: Cox A. J. e coll. Diabetes Care, 2 luglio 2014. pii: DC_140081