Anche l’osso può essere bersaglio del diabete

Negli ultimi anni è sempre più evidente che la fragilità scheletrica è una complicanza frequente nel diabete tipo 2 e porta a triplicare il rischio di frattura, con possibili conseguenze sulla qualità di vita. Ancora non è chiaro cosa ci sia alla base di questa alterazione ossea nei soggetti con diabete ma molti dati convergono su un punto: la qualità della matrice dell’osso. Si tratta di quella sorta di maglia che, insieme alle cellule (cellule osteoprogenitrici, osteoblasti, osteociti e osteoclasti che provvedono all’accrescimento, alla produzione e al riassorbimento del tessuto osseo) determina robustezza ed elasticità, mentre la componente mineralizzata conferisce al tessuto osseo compattezza e durezza.

Un gruppo di ricercatori della Columbia University ha verificato che la qualità della matrice ossea in un gruppo di donne in menopausa con diabete è inferiore a quella in un gruppo di confronto non affetto da diabete ed è ancora più compromessa se la malattia diabetica dura da tanti anni. Inoltre, la matrice ossea è decisamente migliore quando è ottimo il compenso glicometabolico e quando non è elevato l’accumulo di prodotti finali della glicazione (AGE), cioè di una serie di composti chimici prodotti quando gli zuccheri si combinano con proteine e grassi e che, a concentrazioni elevate, favoriscono processi infiammatori cronici e reazioni di ossidazione, danneggiando ad esempio le pareti vascolari.
Furst J.R. e coll. J. Clin. Endocrinol. Metab. doi: 10.1210/jc.2016-1437
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