Parliamo di diete ……. non tutto è definito …..

Un gruppo di ricercatori del Diabetes Research Institute di Milano ha pubblicato sulla rivista Nutrients i dati estrapolati dalla letteratura scientifica a favore o contro l’utilizzo delle diete a basso contenuto di carboidrati e delle diete chetogeniche. Negli ultimi dieci annoi questo tipo di diete è diventato largamente diffuso e popolare per perdere peso, innescando discussioni sui loro benefici sia tra gli addetti ai lavori sia tra il pubblico. Questi schemi nutrizionali sono efficaci per perdere peso, ma occorre cautela, soprattutto quando queste diete vengono seguite per lunghi periodi e quando vengono preparate per soggetti molto giovani o affetti da malattie metaboliche, come il diabete mellito tipo 1 o tipo 2.

La riduzione del contenuto di carboidrati con la dieta è efficace nel ridurre il peso e, nei soggetti con diabete tipo 2, nel migliorare il controllo glicemico ma può essere non sicura per tutti. Ad esempio, nei soggetti con diabete tipo 2 è necessario bilanciare il peggioramento del profilo lipidico – osservabile con la dieta chetogenica – con i benefici correlati al calo ponderale e al miglioramento del controllo glicometabolico. Nei soggetti con diabete tipo 1 diete a basso contenuto di carboidrati o chetogeniche portano a diversi rischi: la chetoacidosi, lo sbilanciamento delle concentrazioni di lipidi e, in età giovanile, l’impatto sfavorevole sul processo di accrescimento.

Lo studio di Bolla e dei suoi collaboratori conclude con la necessità di studi clinici controllati su larga scala e a lungo termine per valutare la sicurezza, l’efficacia e l’adesione alla dieta a contenuto ridotto di carboidrati e per trovare la migliore composizione dei nutrienti per garantire il controllo glicemico, la riduzione del peso in eccesso ed il miglioramento del rischio cardiovascolare nei soggetti con diabete.

Bolla A.M. e coll. Low-Carb and Ketogenic Diets in Type 1 and Type 2 Diabetes. Nutrients 2019, 11, 962. https://doi.org/10.3390/nu11050962

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