Le persone con diabete possono migliorare in modo significativo la loro aspettativa di vita raggiungendo determinati obbiettivi dal punto di vista metabolico, vale a dire controllando al meglio i principali biomarcatori del nostro metabolismo.
Iniziamo con la riduzione dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c), che se viene ridotta da 9.9% a 7.7% fa guadagnare in media 3.4 anni di vita. Se poi aggiungiamo il miglioramento dell’indice di massa corporea (BMI), allunghiamo ulteriormente l’aspettativa di vita. Infatti, il confronto con i soggetti affetti da obesità grave (BMI medio 41.4) dimostra che chi ha un BMI inferiore aggiunge anni alla sua aspettativa di vita. Raggiungere un BMI medio pari a 33, 28.6, o 24.3 fa guadagnare 2.0, 2.9, e 3.9 anni in più di aspettativa di vita.
Risultati simili si osservano se si raggiungono gli obbiettivi consigliati per il controllo della pressione arteriosa sistolica (PAS). Se si confronta il gruppo con i valori di PAS più elevati (valore medio 160.4 mm Hg) ai gruppi con valori medi inferiori, cioè 114.1 mm Hg, 128.2 mm Hg, e 139.1 mm Hg, questi si associano a un guadagno in termini di anni di aspettativa di vita di 1.9, 1.5, e 1.1, rispettivamente.
Infine, anche la riduzione del colesterolo LDL (LDL-C) porta ad un guadagno in termini di aspettativa di vita. I soggetti con valori medi di LDL-C pari a 59 mg/dL, 84 mg/dL, e 107 mg/dL dimostrano un guadagno in termini di aspettativa di vita di 0.9, 0.7, e 0.5 anni rispetto ai soggetti con LDL-C pari a 146.2 mg/dL.
Questi dati sono importanti per mettere meglio a fuoco gli obbiettivi metabolici della terapia per un soggetto con diabete tipo 2. Inoltre, dimostrano che un miglior controllo dei biomarcatori ha il potenziale di incrementare l’aspettativa di vita in media di 3 anni. Se poi il miglioramento parte da valori molto elevati di HbA1c, LDL-C, PAS, e BMI, si può arrivare a guadagnare anche più di 10 anni.