“L’esercizio fisico funziona come una medicina. Effettuare regolarmente attività fisica migliora i livelli di glicemia e di pressione arteriosa, nonché la colesterolemia. In più aiuta sia nel mantenere il peso ideale sia nel raggiungere gli obiettivi in un programma di dimagramento, e mantiene le persone anziane in una condizione di maggiore benessere psicofisico” ci dice Matthew Corcoran. fondatore e presidente della Diabetes Training Camp Foundation.
Ma cosa cambia se si volesse fare esercizio fisico regolarmente ma si è affetti da una complicanza della malattia diabetica? Vediamo cosa ci suggerisce Corcoran.
La premessa fondamentale è quella di discutere con il diabetologo e gli altri specialisti di riferimento quali sono le attività migliori e che programma seguire, per evitare guai seri. Ci sono poi delle regole generali.
Neuropatia periferica – Il danno dei nervi periferici porta a una ridotta sensibilità dei piedi, con difficoltà a camminare ed aumentato rischio di cadute. Il timore è quello che l’esercizio fisico aumenti il dolore alle estremità ma non è sempre così; a volte l’attività fisica regolare aiuta a controllare meglio le parestesie. Se il rischio di cadute è elevato, diventa fondamentale utilizzare macchine che permettono esercizi mirati alle braccia e alle gambe. Gli esercizi aerobici in acqua e il nuoto sono ottimi sport per chi è affetto da neuropatia periferica, mentre tai chi e yoga sono ottimi per chi vuole migliorare la flessibilità. Se invece si vuole aumentare la massa muscolare, utilizzare le macchine in palestra dotate di meccanismi di controllo, per evitare che il peso cada se la presa non è sicura. In ogni caso indossare sempre calzature adatte e ogni sera controllare i piedi; bisogna avere attenzione al rischio di vesciche o abrasioni, che possono diventare ferite infette e portare a complicanze anche gravi.
Neuropatia autonomica – Questo tipo di complicanza del diabete danneggia i nervi che controllano le funzioni del nostro organismo, come la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la temperatura e la digestione. Dal momento che il danno nervoso porta ad una risposta anomala all’esercizio fisico, i programmi di allenamento non devono basarsi sulla frequenza cardiaca, ma su altre risposte dell’organismo; inoltre, vi possono essere sbalzi della pressione arteriosa o della temperatura, che vanno gestiti al meglio, concordando prima le sedute di esercizio fisico con un medico esperto. Ad esempio, può essere più sicuro usare una cyclette oppure fare aquagym. Per incrementare la massa muscolare, si possono provare pesi leggeri o elastici. Se è danneggiato il sistema nervoso autonomo del tratto gastroenterico, va attentamente bilanciato l’uso degli antidiabetici e/o dell’insulina con i pasti, per evitare sbalzi glicemici durante e al termine dell’esercizio fisico.
Piede di Charcot – In alcuni casi la neuropatia può portare a un danno strutturale del piede. Le ossa si indeboliscono e possono fratturarsi spontaneamente, senza dolore. Il danno aumenta se ci si continua a camminare sopra. Infatti, durante la correzione ortopedica di questa alterazione, si mettono in atto tutte le procedure per evitare il carico. Quindi, in caso di piede di Charcot, occorre evitare tutte quelle attività che fanno gravare il peso del corpo sulle estremità inferiori, come jogging. Allora, vi chiederete: quale attività fisica? Ad esempio, la bici reclinata, che consente di lavorare senza gravare sui piedi.
Retinopatia – La maggior parte delle persone con retinopatia lieve e moderata può fare attività fisica senza restrizioni. Se la retinopatia è grave, alcuni esercizi possono aumentare la pressione endo-oculare, con il rischio del distacco di retina. Ad esempio, eseguire “jumping jacks” o esercizi yoga che prevedono di stare a testa in giù. Occorre evitare anche i pesi superiori a 5 kg e non sollevarli sopra l’altezza delle spalle. Sono invece utili la camminata veloce, la bicicletta, e gli esercizi aerobici in acqua.
Da: Diabetes Forecast luglio/agosto 2018.