Una ricerca dell’Università dell’Ohio mette in evidenza che il consumo di saccarina non è correlato a breve termine allo sviluppo di diabete, allentando così i timori che circondano il consumo di dolcificanti. George Kyriazis, principale autore della pubblicazione, sottolinea come la saccarina al dosaggio massimo consentito (400 mg al giorno) non abbia determinato dopo due settimane variazioni del profilo biochimico e del microbiota intestinale in tutti i soggetti adulti sani arruolati nello studio. Questi risultati smentiscono precedenti studi, che hanno associato il consumo di dolcificanti alla sindrome metabolica, all’obesità, e alla steatosi epatica non alcolica. Kyriazis precisa che le ricerche effettuate finora non tenevano adeguatamente in considerazione alcune caratteristiche dei soggetti in studio, come le condizioni di salute, le scelte dietetiche, e lo stile di vita. Inoltre, conclude sottolineando la necessità di un monitoraggio a lungo termine degli effetti della saccarina e di altri dolcificanti.
Da: Microbiome. 2021;9(1):11. doi: 10.1186/s40168-020-00976-w.