Sotto accusa gli inquinanti organici persistenti, in inglese “persistent organic pollutants” (POPs), un gruppo piuttosto vasto di composti chimici resistenti ai processi biodegradativi. Un gruppo di ricercatori belgi ha potuto dimostrare che i livelli di POPs nel plasma e nel tessuto adiposo correlano sia con il risultato della glicemia durante un test da carico con glucosio sia con il valore dell’emoglobina glicata. Inoltre, le concentrazioni corporee totali di questi inquinanti si associano non solo alle misure della circonferenza addominale ma anche all’entità di grasso viscerale, misurato con la tomografia computerizzata.
Ma quali sono questi inquinanti ? Ad esempio, i policlorobifenili (PCB), contaminanti ambientali di origine industriale prodotti in grandi quantità dal 1930 per vari usi commerciali. Nonostante la loro produzione industriale sia stata drasticamente ridotta fra gli anni ’70 e gli anni ’90, sono ancora presenti nell’ambiente in conseguenza delle loro caratteristiche chimiche e fisiche. Un altro gruppo è rappresentato dai pesticidi organo clorurati, come l’esaclorobenzene, al giorno d’oggi immesso nell’ambiente come sottoprodotto di alcuni processi industriali e durante l’incenerimento dei rifiuti urbani, e il diclorodifeniltricloroetano (meglio noto come DDT), bandito nella maggior parte dei Paesi ma ancora utilizzato nelle zone colpite da malaria. Tutte queste sostanze si accumulano nella componente organica del suolo ed entrano nella catena alimentare, concentrandosi soprattutto nella parte lipidica degli alimenti.