La parola “diabete” si accoppia sempre alla parola “familiarità”, perchè è stranoto a tutti che il diabete tipo 2 è una malattia ereditaria e nella stessa famiglia si rincorre da una generazione all’altra. Le conoscenze sulle caratteristiche genetiche e sulle modalità di trasmissione della malattia sono ancora incomplete ma con l’aiuto di metodiche di ricerca sempre più raffinate, queste conoscenze stanno assumendo un’importante accelerazione.
Non vi siete mai chiesti perchè alcune persone diventano diabetiche e altre no, pur presentando fattori di rischio simili come obesità, fumo di sigarette e dieta non equilibrata ? Un gruppo di ricercatori si è fatto questa domanda e ha trovato la risposta
dall’analisi del DNA di 150000 soggetti, identificando le mutazioni di un gene chiamato SLC30A8, che possono ridurre del 65% il rischio di sviluppare il diabete tipo 2. I risultati sono stati osservati in pazienti di vari gruppi etnici, suggerendo che lo sviluppo di un farmaco in grado di imitare l’effetto di queste mutazioni potrebbe avere un’ampia utilità in tutto il mondo. Infatti, in un futuro non così lontano sarà possibile l’identificazione di un “bersaglio farmacologico”, una proteina umana che, se attivata o inibita, previene e tratta la malattia diabetica. Sicuramente questo risultato non è dietro l’angolo ma è chiaro che i dati ottenuti da questo studio aprono nuovi orizzonti nella ricerca sul diabete tipo 2.
Da: Flannick J. e coll. Nat Genet 2 marzo 2014. doi: 10.1038/ng.2915.