E’ di questi giorni la pubblicazione su “Diabetes” di una dichiarazione di consenso sulla gestione delle persone affette da LADA (latent autoimmune diabetes of adults). Si tratta di una forma di diabete che coinvolge dal 2 al 12% degli adulti diabetici. Al momento della diagnosi questi soggetti hanno le caratteristiche cliniche del tipo 2 ma già con i marcatori di autoimmunità tipici del tipo 1. Il danno del sistema immunitario sulle beta cellule pancreatiche progredirà generalmente in modo graduale, tanto da portare alla carenza insulinica. Gli autori di questa pubblicazione, considerando le caratteristiche di questa forma di diabete, propongono la determinazione di C-peptide plasmatico (indicatore della riserva beta cellulare) per farsi guidare nelle decisioni terapeutiche. In sintesi, se le concentrazioni di C-peptide fossero <0.3 nmol/L, diventerebbe indispensabile introdurre un regime insulinico. Se C-peptide fosse ≥0.3 e ≤0.7 nmol/L, ci si troverebbe in una zona grigia e si potrebbe considerare la terapia insulinica in combinazione con altri farmaci anti-diabetici, in grado di modulare la funzione beta cellulare. Infine, se il valore di C-peptide fosse >0.7 nmol/L, le indicazioni sarebbero come per il tipo 2 ma con periodici controlli dei livelli di questo frammento della molecola di insulina, vista la progressione del danno pancreatico autoimmune.
Da: Raffaella Buzzetti, Tiinamaija Tuomi, Didac Mauricio, Massimo Pietropaolo, Zhiguang Zhou, Paolo Pozzilli, Richard David Leslie. Diabetes, agosto 2020. https://doi.org/10.2337/dbi20-0017