Già al momento delle diagnosi di diabete tipo 2 è possibile documentare un deficit di secrezione insulinica, che si associa all’insulinoresistenza, determinando così un insufficiente controllo dei valori glicemici. Con il passare degli anni, una volta scoperta la malattia diabetica, la produzione di insulina si riduce progressivamente, tanto da richiedere in alcuni casi una terapia sostituiva, con la somministrazione dell’ormone pancreatico utilizzando iniezioni sottocutanee. Uno studio pilota condotto su tre persone con diabete tipo 2 fa sperare per una correzione del difetto di secrezione insulinica grazie alla tecnica del trapianto di cellule staminali.
Nuovi dati dalla ricerca con le cellule staminali: questa volta si parla di diabete tipo 2
Il dottor Tong, insieme ai suoi collaboratori, ha trapiantato cellule staminali provenienti dal sangue del cordone ombelicale nella ghiandola pancreatica con un microcatetere posizionato nell’arteria dorsale del pancreas. I risultati dello studio hanno mostrato: un aumento dei livelli plasmatici di peptide C (molecola secreta con l’insulina e usata come indicatore di funzione delle cellule beta pancreatiche, che producono insulina); una riduzione delle unità di insulina da iniettare quotidianamente; livelli più stabili della glicemia durante il monitoraggio effettuato per 72 ore. Indubbiamente la strada da percorrere è ancora lunga ma i dati preliminari dell’équipe del dottor Tong fanno intravvedere una possibile soluzione al problema della carenza di insulina in milioni di persone con diabete tipo 2. Da.: Tong Q. e coll. J. Clin. Endocrinol. Metab. 2013, 16 luglio; doi: 10.1210/jc.2013-1451.