È di questi giorni la pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica, qual è Cell, dei risultati del trattamento del diabete tipo 1 con cellule staminali autologhe.
L’innovazione che emerge da questo studio è che i ricercatori hanno ottenuto in laboratorio cellule produttrici di insulina da cellule staminali pluripotenti dello stesso soggetto, isolate dal tessuto adiposo. Il punto chiave di questo approccio era quello di evitare il rigetto in una condizione di trapianti multipli, che condizionava il ricorso a ulteriori trapianti di organi o tessuti da donatori.
Anche la sede di impianto delle cellule rappresenta un’altra novità: sotto la guaina del muscolo retto anteriore, quindi a livello della parete addominale. La procedura è stata in anestesia locale, sotto guida ecografica. La quantità di cellule impiantate è circa doppia rispetto a quando si effettua il trapianto di isole pancreatiche.
Il risultato del trattamento è stato significativo: la sospensione della terapia con insulina 75 giorni dopo l’impianto, con un controllo glicemico perfetto a un anno dall’intervento. Due dati su tutto: il Time in Range (TiR) o tempo nell’intervallo > 98% e il valore di emoglobina glicata (HbA1c) intorno al 5%.
Lo studio presenta però qualche limite: anzitutto, il soggetto trattato con cellule staminali autologhe era già in terapia con immunosoppressori da quando era stato sottoposto a trapianto di fegato; inoltre, si tratta di un unico caso con i risultati dell’osservazione solo per un anno.
Emerge comunque da questi dati l’avanzamento rapido di quella che conosciamo come medicina rigenerativa, che permetterà di arrivare alla cura definitiva per il diabete tipo 1.
Da:
Wang S. e coll. Cell in pubblicazione; disponibile online dal 25.09.2024. https://doi.org/10.1016/j.cell.2024.09.004