Pubblichiamo dal sito del Diabetes Research Institute con orgoglio e con tutta la speranza per le implicazioni che questi risultati avranno anche per le persone con diabete tipo 1.
“L’American Journal of Transplantation ha pubblicato la ricerca del San Raffaele Diabetes Research Institute di Milano che ha valutato l’utilità di un approccio di terapia cellulare mediante trapianto di isole nei pazienti che per vari motivi vanno incontro a un’asportazione parziale del pancreas. In sintesi i risultati dimostrano che dopo un intervento di asportazione del pancreas che superi il 60% della ghiandola, il 44% dei soggetti sviluppa diabete nei cinque anni successivi. Se in questi pazienti s’isolano le cellule che producono insulina dalla parte sana della ghiandola asportata e s’infondono, ricreando parte della funzione di secrezione d’insulina nel fegato, la probabilità di sviluppare il diabete scende al 27%, senza necessità d’immunosoppressione, essendo il tessuto ottenuto dallo stesso paziente e senza l’evidenza di rischi particolari.”
“E’ un lavoro importante – spiegano dal DRI – perché è la più numerosa casistica al mondo con questo tipo di approccio e include pazienti con malattia neoplastica del pancreas. Da qualche anno insieme ai colleghi chirurghi stiamo portando avanti l’idea di estendere la terapia cellulare per prevenire il diabete nei soggetti con asportazione del pancreas e con questo lavoro proponiamo un algoritmo decisionale che speriamo sia adottato come standard nei prossimi anni da tutti i centri in grado di eseguire quest’approccio. Inoltre, lo studio dell’approccio cellulare in questi pazienti dove non si usa la terapia immunosoppressiva ci aiuta a comprendere meglio come migliorare i risultati anche nei pazienti con diabete tipo 1, che devono al momento utilizzare una terapia immunosoppressiva quando sottoposti a un trapianto d’isole”.